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Tecnologia wi-fi
L'introduzione nella nostra vita delle soluzioni wi-fi, ci permette al giorno d'oggi di poter avere un maggior controllo, tramite smartphone, di tutti gli apparecchi installati e connessi alla rete delle nostre case. Si può andare dall'accensione e regolazione di climatizzatori, caldaie e termostati e di tutti gli elettrodomestici, al controllo dell'impianto d'allarme, rendendono così la nostra casa domotica e accessibile in qualunque posto in cui ci troviamo.
Oggi quindi diventa sempre più ricca la gamma di prodotti installabili che possono connettersi alla rete wi-fi, sfuttando appieno questa tecnologia sempre di più.

Vedi la sezione impianti tecnologici per saperne di più.





Bonus Casa 2023
La nuova guida delle Entrate inizia il focus sui Bonus Casa 2023 dal Bonus Ristrutturazione, l’agevolazione che incentiva interventi volti al recupero del patrimonio edilizio, al restauro, al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia, al risparmio energetico, alla ricostruzione di immobili danneggiati e all’acquisto di immobili ristrutturati.

L’agevolazione viene concessa nella misura del 50% dei costi sostenuti, con un limite di spesa massimo pari a 96.000 euro.

Gli interventi possono essere realizzati sulle parti comuni degli edifici residenziali oppure su singole unità immobiliari residenziali, di qualsiasi categoria catastale, incluse le pertinenze.

Possono fruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati ad IRPEF (residenti e non) che possiedono o detengono l’immobile sulla base di un titolo idoneo (proprietà, nuda proprietà, locazione, comodato, usufrutto, ecc.), e che sostengono le spese necessarie agli interventi.

Possono farne richiesta inoltre i soggetti che vivono con il proprietario o detentore, come il coniuge o componente dell’unione civile, il convivente di fatto, i familiari conviventi, il coniuge separato e non solo, purché comunque siano loro a sostenere le spese.

Si specifica che l’agevolazione spetta in riferimento al periodo in cui le spese vengono effettivamente sostenute, in quanto si applica il criterio di cassa. Questo significa che – a prescindere da quando vengano realmente eseguiti i lavori, se prima o dopo le spese – bisognerà considerare il periodo d’imposta in cui sono avvenuti i pagamenti.

È possibile fruire dell’incentivo anche in caso di lavori eseguiti in proprio, anche se, in questo caso, si potranno portare in detrazione solo i costi sostenuti per l’acquisto dei materiali utilizzati per i lavori.



Ecobonus 2023


Con l’Ecobonus è possibile portare in detrazione tutti gli interventi che si conseguono nell’ottica del risparmio energetico, come la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, l’installazione di collettori solari e molto altro.

Possono beneficiarne i soggetti IRPEF e IRES che possiedono o detengono l’immobile sulla base di un titolo idoneo, anche locazione o comodato d’uso. Gli immobili ammessi sono tutti quelli esistenti, a prescindere dalla destinazione residenziale o strumentale. Sono pertanto esclusi solo i fabbricati ancora in fase di costruzione e quelli oggetto di demolizione e ricostruzione.

La detrazione viene concessa in misura differente, e con massimali di spesa differenti, a seconda della tipologia di intervento che si intende svolgere. In particolare:

- Le percentuali sono, di base, del 50% o del 65%. Solo per i condomini, a determinate condizioni, si concedono detrazioni del 70%, 75%, 80%, 85%.
- I massimali di spesa vanno da minimo 30.000 euro a massimo 100.000 euro, a seconda dell’intervento che si svolge.

L’Ecobonus è attualmente valido fino al 2024 e può essere beneficiato in detrazione diretta con ripartizione in 10 quote di pari importo per 10 anni.



Comunicazione lavori all'Enea


Chi effettua lavori di ristrutturazione del proprio immobile e vuole avvalersi dei vari bonus casa previsti, deve fare i conti con la comunicazione Enea, un adempimento che cittadini, condomini e imprese devono compiere per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste dai bonus, quindi delle detrazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate ricorda che l’obbligo di trasmettere all’Enea le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici, è stato introdotto per monitorare e valutare il risparmio energetico conseguito con la realizzazione degli interventi.
L’invio della comunicazione va effettuato attraverso il sito https://bonusfiscali.enea.it/, entro 90 giorni a partire dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo.





Conto Termico 2023: come funziona e chi può accedere all’incentivo
Il conto Termico 2023, conosciuto anche come Conto Termico 2.0, comprende una serie di incentivi messi a disposizione dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). È destinato a soggetti privati e Pubbliche Amministrazioni che effettuano interventi volti a migliorare l’efficientamento energetico di un edificio su impianti di piccole dimensioni.

L’obbiettivo è quello di incentivare sempre più persone all’utilizzo di fonti rinnovabili ed eco-sostenibili per la produzione di energia elettrica. I fondi disponibili per il Conto Termico 2023 sono 900 milioni di euro complessivi per tutto l’anno. Vediamo come funziona e chi ne ha diritto.

Il Conto Termico è un contributo statale interamente gestito dal GSE, istituito per la prima volta con il Decreto Ministeriale del 28 dicembre 2012. Sono state poi introdotte diverse modifiche di aggiornamento con il Decreto Interministeriale del 16 febbraio 2016, grazie alle quali il Conto Termico è diventato “2.0”.

Per accedere all’agevolazione Conto Termico 2023, è necessario che gli interventi effettuati riguardino degli edifici esistenti che si servono di un impianto di climatizzazione annuale. Possono appartenere a qualsiasi Categoria Catastale, ad eccezione della F/3 (fabbricati ancora in fase di costruzione).

Sono numerosi i lavori di efficientamento termico concessi dall’incentivo statale. Tra i tanti, troviamo interventi volti a:

- Sostituire vecchi impianti di climatizzazione invernale con altri più efficienti dotati di pompe di calore, elettriche o a gas;
- Installare degli impianti solari termici per produrre acqua calda sanitaria, che possono essere integrati o meno con nuovi impianti di climatizzazione invernale.


Il Conto Termico consente di detrarre non solo le spese principali per l’acquisto dei nuovi impianti. Verranno messi in conto infatti tutti i costi complessivi inerenti all’installazione dei nuovi sistemi. Parliamo dei lavori di ristrutturazione, modifica e rifacimento della zona interessata dell’edificio, ma anche dei trasporti e dei controlli di manutenzione destinati all’impianto. Per l’elenco completo degli interventi, consultare il Decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

Chi ne ha diritto

Possono accedere al Conto Termico 2023 tutti i soggetti privati, i condomini e le Pubbliche Amministrazioni che rispettano i requisiti per ottenere l’agevolazione.

I fondi messi a disposizione per il prossimo anno sono 900 milioni di euro, dei quali 200 milioni sono riservati alle Pubbliche Amministrazioni. L’importo massimo rimborsabile con il Conto Termico 2.0 è pari al 65% delle spese complessive compiute.

Per quanto riguarda i soggetti privati, tale agevolazione non è cumulabile con altri incentivi statali, ma è possibile farlo con quelli non statali. Le Pubbliche Amministrazioni invece hanno la possibilità di cumulare il Conto Termico sia con gli incentivi statali che con quelli non statali.

Come fare domanda

I soggetti privati e i condomini possono fare richiesta per accedere al Conto Termico 2023 solo tramite accesso diretto dopo che i lavori sono già stati effettuati. Sarà necessario compilare la “scheda-domanda” sul portale online del GSE, entro e non oltre 60 giorni dalla fine degli interventi.

Le Pubbliche Amministrazioni invece, potranno anch’esse fare richiesta una volta conclusi i lavori, ma potranno anche scegliere di farlo tramite prenotazione. Il che significa che avranno la possibilità di compilare la “scheda-domanda a preventivo” sul sito del GSE. E grazie a questo potranno ottenere l’incentivo ancor prima di svolgere i lavori. Per farlo però, sarà necessario che le PA stipulino preventivamente un contratto di rendimento energetico, e successivamente un atto notorio che definisca la data prevista per l’inizio dei lavori.

Tutti i soggetti beneficiari del Conto Termico 2023 che faranno domanda tramite accesso diretto, dovranno presentare la richiesta di concessione degli incentivi al GSE accedendo al proprio account sul portale www.gse.it.

Per importi fino a 5.000€, l’erogazione avverrà in un’unica soluzione tramite bonifico entro circa 2 mesi dall’accettazione della domanda. Se invece le spese superano suddetta cifra, è previsto il rimborso con 2 o 5 rate annuali, a seconda della tipologia d’intervento.

I moduli da allegare alla domanda saranno differenti in base alla tipologia di interventi effettuati. Per sapere quali sono i documenti necessari, consultare la seguente pagina https://www.gse.it/servizi-per-te/efficienza-energetica/conto-termico/modulistica .


R22, dal 1° gennaio stop definitivo
Con il Regolamento CE 2037 del 2000, recepito in Italia dal D.P.R. 147 del 15 febbraio 2006, l’Unione Europea ha sancito la completa e definitiva messa al bando del gas R22 e degli HCFC entro la fine del 2014. Dal 1° gennaio 2015, dunque, l’uso e la distribuzione di R22 saranno completamente proibiti, e questo comporterà un inevitabile contraccolpo per tutti gli impianti esistenti ancora funzionanti a R22, sia nel campo della manutenzione ordinaria e straordinaria, sia, soprattutto, nella garanzia della continuità di utilizzo per l’utente.
Per tutti gli operatori del settore diventa dunque fondamentale attivarsi per sensibilizzare i propri clienti affinché procedano all’immediata sostituzione degli impianti ormai obsoleti.





Etichetta energetica per dispositivi di riscaldamento obbligatoria dal 26 settembre 2015
Dal 26 settembre 2015 tutti i fornitori che metteranno in commercio i sistemi di riscaldamento, rientranti nelle classi di efficienza energetica stagionale per il riscaldamento d’ambiente, dovranno garantire la presenza dell’etichetta energetica stampata e di una scheda prodotto.
L'apparecchio commercializzato dovrà presentare anche una scheda tecnica e i dati relativi all’energia e alla classe di efficienza energetica stagionale del riscaldamento (in condizioni climatiche medie).
L’ufficialità arriva dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea, avvenuta venerdì scorso, del Regolamento delegato UE 811/2013 che integra la Direttiva 2010/30/UE sulla progettazione dell’etichettatura energetica con le indicazioni del consumo di energia negli apparecchi di riscaldamento ambientale, negli apparecchi di riscaldamento misti, negli apparecchi di controllo di temperatura e apparecchi solari.
Quindi ad esempio le caldaie convenzionali ancora oggi presenti in molte case, verranno sostituite solo ed esclusimante da caldaie a condensazione, questo perchè l'etichettatura energetica di una caldaia convenzionale non rientrerà più nel minimo di legge garantito per il risparmio energetico. La condensazione infatti, permette con il riciclo dei fumi prodotti dalla combustione di avere un risparmio sul consumo di gas del 20% in meno annuo.









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